La famiglia del giovane Vincenzo Trovato, ucciso barbaramente la notte del 12 agosto a Balestrate, rompe il silenzio ed affida a “Il Tarlo” le prime dichiarazioni dopo i tragici eventi che hanno coinvolto il 22enne trappetese, chiedendo rispetto per il proprio dolore e lanciando un appello alla collaborazione con le forze dell’ordine al fine di far luce su quanto accaduto quella tragica notte sul lungomare Felice D’Anna.
«La famiglia di Vincenzo – recita la nota – vuole ringraziare tutta la comunità per i tanti gesti di vicinanza e di affetto che sono stati mostrati in questi giorni di grande dolore. Tuttavia, è volontà della famiglia di non rilasciare ulteriori dichiarazioni, mantenendo il massimo riserbo, nel rispetto della memoria di Vincenzo e del dolore di tutta la famiglia. Crediamo nella giustizia e nel lavoro degli inquirenti e chiediamo la collaborazione di tutti per avere verità per il nostro Vincenzo.»
Per l’omicidio di Vincenzo Trovato c’è già un fermo su cui il gip di Palermo non ha ancora sciolto le riserve, si tratta di Gianvito Italiano, trentenne originario di Castelvetrano e residente a San Donato Milanese, ad inchiodare l’uomo ci sarebbero le immagini delle telecamere ed alcune testimonianze dei presenti sul luogo al momento dell’aggressione.
Le indagini sulla morte del giovane trappetese proseguono a tamburo battente, ancora da chiarire il movente e l’arma con cui Italiano avrebbe colpito Trovato tranciandone l’arteria femorale. A tal proposito nuove importanti informazioni potranno arrivare dall’esame autoptico previsto per i prossimi giorni.
Alla richiesta di verità dei famigliari fa eco la comunità trappetese, che a gran voce chiede giustizia per un giovane da tutti descritto come buono, disponibile e pieno di voglia di vivere: una vita strappata dalla follia di una notte di mezza estate. Occorre adesso rispettare il silenzio di una famiglia distrutta, che trova la forza di andare avanti tra le pieghe del proprio dolore in attesa che sia fatta giustizia per un figlio che non c’è più.