Quattro gruppi, due o tre nomi, un solo intento ideale e una frammentazione che paralizza ogni accordo. Quella che può sembrare una cantilena è – invero – la situazione che si delinea all’interno della dimensione degli sfidanti del sindaco di Trappeto Santo Cosentino.
Di certo c’è che non ci sono garanzie e questo articolo, a differenza dei precedenti in cui con maggiore precisione riuscivamo ad avere delle linee di indirizzo, porterà a poco se non a documentare l’immobilismo venutosi a creare al di là della barricata di Cosentino. Tra le tante certezze a venir meno c’è il nome di Salvatore Cutrò che sotto più versanti veniva dato per favorito in una lotta interna che ha visto il rifiuto di diverse figure tra nuovi e nuovissimi della politica trappetese.
Cosa muova questa paralisi è ancora poco chiaro, la spaccatura pare essere interna ed al momento tutto si gioca su un sottilissimo gioco di nervi tra scatti in avanti e la ricerca continua di un dialogo volto a portare un accordo necessario per giocarsela alla pari del sindaco uscente già sufficientemente forte dei risultati ottenuti durante il giro di boa del suo mandato.
C’è chi sta alla finestra
Guardingo e alla finestra c’è il semprevivo Salvatore Ferrara che potrebbe ufficializzare la propria candidatura qualora la frammentazione insita nei gruppi più quotati raggiunga un punto di non ritorno: zero dialogo, zero appoggi, zero sostegni di ogni genere in un tutti contro tutti che farebbe di certo la felicità di Ferrara e che permetterebbe a Cosentino di dormire sogni più che tranquilli in vista del 12 giugno.
Difficile se non impossibile far sbilanciare i diretti interessati su quella che sarà decisione definitiva, c’è la voce di chi raccomanda prudenza che fa da controcanto alla visione più slanciata di chi vorrebbe finalmente rompere ogni indugio, ma il tempo è tiranno e non concede sconti ed entrambi gli schieramenti sanno di non potersi sottrarre ad una chiamata quasi garabaldina: o Roma, o morte! Sarà dunque una corsa in solitaria o Cosentino avrà uno sfidate in grado di sopportare una sfida che si preannuncia ardua?
Cercando di conferire una dignità narrativa al vuoto di cui siamo costretti a dare notizia, cogliamo la testimonianza sociale di Danilo Dolci, quanto mai attuale in questi giorni della politica trappetese, che pone il fuoco dell’obbiettivo sulla complessa dinamica dei rapporti che già da piccoli si è chiamati ad affrontare «Chi gioca solo non perde mai» noi diciamo: “se un piccolino gioca con un altro si può bisticciare e fare male, invece se è solo gioca solo e non c’è nessuno che lo picchia e lo fa piangere. E così è anche per i grandi … i proverbi non sbagliano mai. Uno quando è solo ha la pace, si capisce. Oggi o domani se due o tre o quattro sono insieme, sempre c’è questione, c’è bisticcio… Allora il proverbio dice: «chi gioca solo non perde mai.» E’ proprio così: discorso di un contadino siciliano”.