Si è svolta stamane presso la seconda sezione della Corte di Assise del Tribunale di Palermo la prima udienza del processo per la morte del giovane trappetese Vincenzo Trovato ucciso il 12 agosto 2022 da una coltellata sul lungomare Felice D’anna di Balestrate e per cui è alla sbarra il trentenne di Castelvetrano Gianvito Italiano.
Nell’udienza odierna, oltre alla comparsa delle parti, è stata dichiarata la costituzione di parte civile, rinvio stabilito il 2 marzo per l’ammissione delle prove, presenti in aula l’imputato Gianvito Italiano assistito dall’avvocato Franco Lo Sciuto ed unico indagato per la morte di Trovato, ed i famigliari della vittima, assistiti dall’avvocato Sebastiano Giuseppe Muscolino.
Dopo 6 mesi dalla morte del giovane trappetese si apre dunque un processo volto a far luce sui fatti della tragica notte del 12 agosto 2022 e sulle dinamiche che hanno portato Trovato ad una morte quasi immediata. Vano si rivelò qualsiasi intervento della guardia medica di Balestrate distante appena pochi muti dal lungomare balestratese.
I genitori ed il fratello di Vincenzo Trovato chiedono giustizia per la morte del figlio, queste le prime dichiarazioni dopo l’udienza odierna: «Oggi finalmente si apre il processo contro l’unico indagato per l’omicidio del nostro Vincenzo. In questi mesi siamo stati in attesa di più risposte che il processo, siamo certi, ci renderà tutte. Da sempre abbiamo chiesto verità e giustizia per Vincenzo. La giustizia sta facendo il suo corso e alla fine del processo siamo sicuri che avremo un responsabile e una sanzione esemplare per tutta la violenza che è stata esercitata su Vincenzo. Abbiamo visto le immagini di quella terribile notte e quella furia, quella rabbia contro mio figlio che è stato picchiato e pestato più volte e poi accoltellato mentre era a terra ci hanno tolto il sonno.»
Verità prima di ogni cosa, questa è la richiesta della famiglia di Vincenzo, distrutta da un dolore che ha coinvolto gli amici più cari del giovane e tutta la comunità trappetese: «Quello che noi chiediamo – dichiarano i famigliari di Vicenzo – non è solo giustizia, perché se oggi al qui lo dobbiamo all’enorme lavoro delle forze dell’ordine e degli inquirenti che ha portato ad aprire il processo a soli sei mesi dall’omicidio. Quello che vogliamo è capire perché Vincenzo è morto, quali sono le ragioni e i motivi che hanno scatenato tutta questa violenza feroce contro un ragazzo di 22 anni in una serata tranquilla tra amici. Capire cosa è successo non ci restituirà Vincenzo ma aiuterà noi genitori, il fratello e tutta la famiglia a rassegnarsi e a cercare consolazione e serenità. Noi ormai viviamo per sapere cosa è successo, da questo processo ci aspettiamo questa possibilità: di avere risposte e rassegnazione.»
A nome della comunità trappetese, vicinissima alla famiglia Trovato nella ricerca della verità, si è espresso il primo cittadino Santo Cosentino che ribadisce la necessità di giustizia per la perdita di un giovane trappetese uscito di casa in una sera d’estate e mai più ritornato ai sui affetti: «Abbiamo piena fiducia alla magistratura, affinché sia fatta presto chiarezza su questo tragico caso, per garantire giustizia a Vincenzo, alla sua famiglia e all’intera comunità di Trappeto. Vogliamo solo la verità e giustizia.»