Il mistero sulla morte di Cinzia Pennino, l’insegnante di 46 anni deceduta il 28 marzo 2021, 17 giorni dopo aver ricevuto il vaccino Astrazeneca, potrebbe essere finalmente risolto grazie all’intervento di un collegio di periti.
La decisione è stata presa dal giudice istruttore di Palermo durante l’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti del medico Vincenzo Fazio, accusato dalla Procura di aver provocato la morte della professoressa a causa di una trombosi causata dal farmaco somministrato.
Secondo l’accusa, la donna, che soffriva di obesità, avrebbe dovuto ricevere un vaccino a vettore mRNA come Pfizer e Moderna, tenuto conto delle sue condizioni fisiche. Sette giorni prima dell’inoculazione avvenuta a fine marzo 2021, la vittima era andata a farsi vaccinare, ma il medico di turno le aveva detto che avrebbe dovuto tornare per ricevere un vaccino diverso. Tuttavia, questa precauzione non sarebbe stata seguita da Fazio, portando, secondo l’accusa, alla tragica morte della donna.
Il giudice ha accolto la richiesta del medico legale incaricato, il dottor Manfredi Rubino, di essere affiancato da un anatomopatologo e da un infettivologo per approfondire l’indagine. L’udienza è stata rinviata al 16 novembre per le nomine degli altri periti e l’assegnazione degli incarichi. Si tratta di un ennesimo rinvio per un’udienza preliminare che è iniziata un anno fa.
Nel processo, la sorella di Cinzia Pennino si è costituita parte civile, rappresentata dagli avvocati Luigi Miceli e Alessandro Palmigiano. L’imputato, il medico Vincenzo Fazio, è difeso dall’avvocato Dario Gallo. La decisione del collegio di periti sarà fondamentale per gettare luce su questo tragico evento che ha scosso la comunità e sollevato interrogativi significativi sul rapporto tra il vaccino Astrazeneca e le condizioni di salute della vittima.