Sicilia, terra di miti e leggende millenarie, custodisce storie affascinanti che hanno dato vita a racconti tramandati di generazione in generazione.
La leggenda delle Teste di Moro – Palermo
Tra le leggende più conosciute e affascinanti vi è quella delle “Teste di Moro”. Risale al periodo della dominazione araba nel XII secolo, a Palermo. Si racconta di una giovane fanciulla di straordinaria bellezza, appassionata della cura delle piante sul suo balcone. Un giorno, un moro di passaggio la vide e si innamorò perdutamente di lei, confessandole il suo amore. La fanciulla ricambiò il sentimento, ma venne a sapere che il moro doveva tornare in Oriente, dove l’attendeva moglie e figli. Sentendosi tradita, nella notte la fanciulla decise di tagliare la testa al moro e utilizzarla per creare un vaso nel quale piantò una pianta di basilico. Questo gesto suscitò l’invidia degli abitanti del quartiere, e da allora i vasi a forma di testa di moro divennero un simbolo dell’isola.
La storia di Colapesce
Un’altra leggenda siciliana celebre è quella di “Colapesce”, un giovane che viveva tra Scilla e Cariddi, diventato metà uomo e metà pesce a causa di una maledizione. Il re Federico, incuriosito dalla sua storia, gli pose diverse prove. Durante una di queste, Colapesce vide che una delle colonne che sorreggeva la Sicilia stava per spezzarsi e, in un atto di eroismo, decise di sacrificarsi per l’isola, rinunciando alla ricchezza e all’amore del re.
La fontana Aretusa di Siracusa
A Siracusa, la “Leggenda della fontana Aretusa” è una delle storie più romantiche. Aretusa, una ninfa allevata da Artemide, attirò l’attenzione di Alfeo, divinità del corso d’acqua. Inseguita dall’innamorato, chiese aiuto a Artemide e fu trasformata in una sorgente d’acqua dolce. Alfeo, disperato per non poterla raggiungere, chiese aiuto a Oceano per aprirgli la strada fino alla Sicilia. Artemide scoprì una caverna sotterranea dove far correre per sempre le acque di Aretusa e Alfeo, suggellando così il loro amore.
L’Etna e il gigante di Ecelado
Anche l’Etna, il maestoso vulcano siciliano, ha la sua leggenda. Si narra che il gigante Encelado, che tentò di scalzare Giove dal potere, fu punito dal re degli dei e sepolto sotto il vulcano. La sua rabbia si manifesta ancora oggi attraverso le eruzioni laviche.
Infine, la storia di “Aci e la Ninfa Galatea” spiega l’origine del nome di numerosi paesini in provincia di Catania. Aci, un pastorello, si innamorò di Galatea, una bellissima ninfa del mare. Il ciclope Polifemo, anch’esso innamorato della ninfa, uccise Aci per gelosia. Galatea piangendo riversò tutte le sue lacrime sul corpo del pastorello, trasformando il suo sangue in un fiume che ancora oggi scorre dalla montagna all’incontro del mare.
Queste leggende, avvolte nel fascino del mistero e del tempo passato, fanno parte dell’anima della Sicilia, lasciando una traccia indelebile nella sua cultura e nel cuore delle persone che le raccontano con amore e passione.