L’imprenditore alcamese dell’eolico Vito Nicastri, che sta collaborando con la giustizia, ha confermato di aver corrotto funzionari regionali, tra cui il funzionario partinicese Giacomo Causarano. Nicastri, definito “il re dell’eolico”, ha affermato di aver distribuito mazzette a politici e funzionari pubblici, che però lui preferisce definire “regali”. Sostiene che quasi nessuno chiedeva, ma era lui che spontaneamente elargiva.
Il nome di Causarano è emerso dalle intercettazioni che hanno permesso alla Procura di scoprire tale giro di corruzione e interessi poco chiari.
Il Giornale di Sicilia riporta che Nicastri ha parlato nell’ambito di un processo in cui è imputato Marcello Asciutto, funzionario dell’assessorato regionale all’Energia, accusato di aver intascato una mazzetta da 30mila euro per spianare la strada a un’autorizzazione per un impianto di biometano, tuttavia Asciutto ha sempre negato il coinvolgimento.
Giacomo Causarano, ex funzionario regionale, sarebbe stato un elemento chiave nell’ottenere favori nell’assessorato regionale per gli interessi poco leciti di Nicastri e del suo socio occulto Paolo Arata, ex consulente della Lega. Per queste motivazioni il Gip ha deciso di condannare a 3 anni e 4 mesi Causarano, che avrebbe ricevuto mazzette dal Nicastri al fine di accelerare i progetti dell’imprenditore alcamese.