Torna a farsi sentire Pietro Rao, ex candidato a sindaco di Partinico e a sempre voce autorevole della politica cittadina. Rao affida ad un messaggio natalizio la sua riflessione su uno dei periodi più duri della cittadina palermitana e fa un appello all’impegno collettivo per un riscatto sociale dei partinicesi.Di seguito la lettera integrale di Pietro Rao.
“Sono passati diversi mesi dal mio ultimo intervento pubblico e questo perché ho preferito osservare il lavoro condotto dai commissari e le evoluzioni delle attività amministrative del Comune di Partinico.
Questo, tuttavia, non vuol essere un pastone politico né tantomeno un anticipo di campagna elettorale. Questa lettera è una riflessione spero utile alla collettività, riflessione di un uomo, riflessione di un imprenditore, riflessione di un partinicese come voi che in questa città ha sempre creduto e che a questa città ha affidato le sue radici e la ventura dei propri figli.
Viviamo tempi difficili e la lunga notte della pandemia sta mettendo a durissima prova la tenuta dell’economia, da quella nazionale a quella che si consuma dentro le mura domestiche. Un dramma collettivo a cui non è sfuggita la nostra amata Partinico e che si ripercuote come l’eco di un tamburo arrivando fino alle periferie, fino agli angoli più lontani e quindi anche nella nostra amata città,amata sulla carta, a parole, nei teatri, nelle assemblee, in palchi e palchetti e poi bistrattata, lasciata alla sua agonia, ignorata nel suo dolore più grande: l’abbandono.
Questa è la nostra città, oggi, alle porte di un 2022 ricco di incertezze e con un assetto economico quasi al collasso, una città che – e mi duole ammetterlo proprio durante il periodo natalizio – ha perso la sua luce, i colori che da sempre ornavano i negozi del centro, le vetrine che facevano sorridere donne e uomini e sognare i nostri bambini immaginando il dono che avrebbero trovato sotto l’albero a Natale.
Possibile, mi chiedo, che tutto questo sia svanito? Dove è finita la Partinico forte e vigorosa? Dove si annida oggi la nostra positività? Ritengo necessario precisare che di propaganda in questi ultimi anni se ne è fatta a bizzeffe e che non occorre più barricarsi dietro agli steccati politici di questa o di quell’altra fazione, troppe parole, innumerevoli promesse e illusioni a perdita d’occhio all’interno di una realtà che perde i pezzi e che sembra sgretolarsi nella memoria e nel sociale. Da imprenditore prima ancora che da uomo prestato al servizio pubblico ho avuto modo di conoscere le tensioni della mia Partinico e rivedo oggi una coltre enorme di occasioni mancate, di futuro negato per i nostri giovani, di benessere che avremmo potuto cogliere a piene mani e che invece continua a voltar strada quando arriva innanzi al nostro comune.
Dove è quindi il nostro impegno? Dove è finito lo spirito combattivo e dove i buoni propositi per salvare quei pezzi di futuro che stiamo perdendo? Mi chiedo,se l’ardore di credere, di sperare sia ancora un elemento salvifico per la mia, la nostra città. Mi interrogo, ma al contempo vorrei che fosse un dubbio condiviso, se l’unione delle forze migliori di questa città non possa costituire il vero grande avamposto di ripresa: parlo alle famiglie oneste e che lavorano ormai stanche di dover spaccare un pezzo di pane in quattro, ai padri ed alle madri che salutano i figli in un “arrivederci” che spesso sfuma in un diradato semi-addio perché il “pane è sacro” e spesso non conosce compromessi.
Mi rivolgo agli imprenditori coraggiosi che ancora oggi, malgrado tutto, scelgono di credere in questa città dando una parvenza di dignità al nostro centro urbano, penso agli atelier, alle botteghe, ai bar, a chi ancora resiste per sé e per i propri figli dipingendo una città meno a tinte fosche, meno buia.
Sarà un Natale di speranza, tutti auspichiamo che sia l’ultimo Natale di questa sciagurata pandemia, per Partinico sarà un Natale di riflessione sulle occasioni mancate, sui treni persi in corsa, sulla politica dei favori e non delle opportunità, riflessione su un modello che non funziona e per questo va cambiato nell’interesse di tutti, dal meno abbiente al più benestante.
Ho sempre pensato che Partinico sia di tutti e continuo ad immaginare questa città come una donna fiera seppur ferita, una donna che continua a camminare a testa alta malgrado le offese e gli sfregi, una donna che oggi intende guardare con convinzione a ciò che può diventare piuttosto che piangere per ciò che non è stata.
Auguri a Voi, agli affetti più cari che custodite.
Auguri alla Nostra Partinico, sia un anno di rivoluzione e cambiamento, sia la svolta che tutti aspettiamo da troppo tempo!”