Chi gioca solo non può mai perdere, partiamo da questa ovvietà per delineare una lettura critica su quello che è stato l’esito delle elezioni trappetesi del 2022.
L’uscente Cosentino si conferma, più che una conferma – stando ai numeri – è stata una valanga che ha investito il candidato Ferrara che su 1861 votanti ha raccolto appena 245 preferenze, pari al 14,07% incarnando, suo malgrado, l’altra faccia della medaglia. Ma è stato davvero un plebiscito al punto da portare – stando alla sacralità dei numeri – 8 trappetesi su 10 a scegliere Santo Cosentino per quanto dimostrato negli ultimi 5 anni?
Occorre fare chiarezza portando indietro l’orologio al maggio scorso, quando il fronte anticosentiniano si è spaccato in due, frattura diventata insanabile e che ha spianato la strada alla candidatura solitaria di Salvatore Ferrara con Italexit. La vittoria di Cosentino inizia qui, con l’abbandono per ko tecnico di quelli che dovevano essere gli sfidanti per antonomasia e che hanno lasciato spazio ad una sfida tra Davide e Golia, ma la fionda di Ferrara non è stata precisa quanto quella di Davide, così il Cosentino è rimasto in vita, divorando l’elettorato lasciato libero dopo la resa dei suoi avversari.
Malgrado le certezze da comizio di Ferrara, l’esito era quasi scontato non solo per il divario numerico tra i candidati delle due liste ma anche per il timbro particolarmente acceso con cui il candidato di Italexit ha approcciato la campagna elettorale, atteggiamento che non ha fatto breccia nella testa dei trappetesi e – soprattutto – in quella dei gruppi rimasti fuori dalla competizione elettorale malgrado le simpatie manifestate pubblicamente durante i comizi da Ferrara. Un fuggi fuggi generale tra imbarazzo e pubbliche precisazioni sui social di gente che ha rimandato al mittente l’invito di Italexit e che una scelta l’ha fatta a favore di Cosentino.
I numeri chiariscono meglio le idee. Nel 2017, alla fine di una campagna elettorale elettrizzante tra Cosentino, Cutrò e Vitale, il contatore dei votanti si è fermato a 1959. Nello scontro Cosentino-Ferrara il numero di trappetesi che hanno votato è di 1861, vale a dire 98 votanti in meno rispetto alla tornata di 5 anni prima, pochissime (appena 15) le schede bianche, dunque anche le grandi correnti hanno votato, scegliendo Cosentino che diventa non solo il primo sindaco a fare il bis consecutivo al municipio ma anche il più votato in quasi 70 anni di autonomia comunale.
A grande potere corrisponde grande responsabilità
Il risultato quasi iracheno di Cosentino non può e non deve trarre in inganno. Ed in primo a saperlo è certo l’interessato che è conscio di essersi trovato in una congiuntura particolarmente favorevole e rara della storia trappetese. Al nuovo-vecchio sindaco va il merito di aver saldato a tenuta stagna la sua maggioranza in un quinquennio particolarmente irto di insidie, individuando la più proficua rappresentanza in regione. Il Cosentino di inizio 2020 nulla ha a che vedere con quello al palo a giugno 2022. Altri indici, altri risultati ed una popolarità – intesa come possibilità di farsi conoscere ai cittadini – impennata grazie al problema covid che a Trappeto è stato gestito con zelo.
Il peggiore degli errori, adesso, è quello di credersi invincibili, forti di un risultato senza precedenti. Quale che sia la natura dell’appoggio ricevuto da quelli che dovevano essere i suoi principali avversari, Santo Cosentino dovrà tenere alta l’attenzione della sua nuova amministrazione comunale, dai big, riconfermati in toto, ai nuovi consiglieri: ad un grande potere di rappresentanza corrisponde la medesima responsabilità. Perdere il contatto con la base usando il clamoroso consenso come pretesto potrebbe dare il via ad un pericoloso assolutismo che Trappeto non può permettersi, di questo Cosentino – uomo di squadra – ne è consapevole e sta già pensando all’assetto della nuova giunta. Successi dei giovani come Mirella Russo e Tommaso Billitteri non possono essere ignorati ed anche le affermazioni di Alia ed Albano dovranno essere attentamente soppesate per garantire la migliore rappresentanza e trasversalità di una maggioranza che lascia fuori 3 consiglieri comunali uscenti come Cosentino, Domicolo e La Corte.
L’onore delle armi, infine, va dato ai candidati di Italexit più volte in questi giorni derisi per via dell’esiguo risultato individuale. Derisi da una società abituata all’attesa del macello, che troppe volte si esprime severamente sull’impegno altrui, giudicati sulla base di un risultato che merita rispetto perchè frutto della volontà di imprestarsi alla cosa pubblica. Chi si fa beffe di quei giovani che hanno creduto di potersi affermare come alternativa disconosce le più elementari regole della società civile, dunque bene, bravi, grazie anche a loro per aver onorato quel distillato di democrazia con cui anche Trappeto è chiamata a misurarsi a cadenza regolare.
Sia Cosentino un valido supporto, laddove necessario, per la minoranza uscita dalle urne: Militello, Buglione, Passaniti e Giacomo Ferrara comporranno, al netto di rinunce, un fronte di minoranza tutto nuovo. In pochissimi, probabilmente uno solo, in queste elezioni hanno lasciato intendere di detenere tutte le scienze nel proprio bagaglio di virtù, la nuova minoranza ha dunque diritto di imparare, di misurarsi con la macchina amministrativa, di caricare ulteriormente di responsabilità l’incarico ottenuto dai trappetesi senza dimenticare la centralità di una critica costruttiva e mai sorda come talvolta si è stati abituati ad assistere.