Che fine ha fatto Totò baby? Si chiedeva il regista Ottavio Alessi in un film del 1964 con interprete l’ineguagliabile Antino De Curtis. A distanza di quasi 60 anni, nel pieno del nostro pellegrinare verso le amministrative 2022, prendiamo a prestito questo interrogativo, non tanto per indagare sulle scelte del Presidente del Consiglio Salvatore Orlando, ma per indugiare – tra il serio e il semi-serio, su quelle della minoranza trappetese.
Maurizio Alfano, Salvatore Cutrò e Salvo Randazzo: ecco i capigruppo di minoranza, rigorosamente elencati ed analizzati in ordine alfabetico. Che ne sarà della triade dell’opposizione alle prossime elezioni comunali di Trappeto? É una domanda che in tanti si pongono e su cui poche certezze si hanno fino ad ora!
A due mesi dalla campagna elettorale tutto è sul banco e l’unico che pare aver preso una decisione più o meno chiara è Maurizio Alfano, che dopo aver dichiarato l’indipendenza dal gruppo Vitale ha intavolato un approccio politico spesso propedeutico alle decisioni della maggioranza del sindaco Santo Cosentino. Attività che hanno portato l’avvocato ad avvicinarsi alla squadra di governo, una vicinanza che già a breve potrebbe essere ufficializzata insieme ai vertici della Democrazia Cristiana locale con l’innesto del neo commissario Antonino Santonastaso.
Salvatore Cutrò, storico antagonista di Cosentino, appare più su una posizione di contenuta riflessione. L’ex sindaco non si sbilancia ancora sulla possibilità di una ricandidatura, seppure molte correnti del fronte anticosentiniano stiano cominciando a vedere in lui la figura capace di unire la combriccola in un momento storico assai più travagliato di quello del 2017 per le grandi famiglie che a Trappeto muovono caterve di voti. Su Cutrò nessuno intende sbilanciarsi, specialmente il fronte dei delusi ma il suo nome resta ancora caldo in assenza di profili di rilievo pronti ad ereditare il lascito del dottore alle scorse comunali.
E parlando di eredità non si puo’ che arrivare a Salvo Randazzo, da molti considerato – certo assai a sproposito – l’erede politico di Pino Vitale. Uno sproloquio bello e buono, non tanto per demerito di Randazzo ma perchè difficilmente Trappeto sarà capace di rivedere un “one man show” al pari di Vitale, uno che, per intenderci, era capace di catalizzare numeri impensabili attorno al suo nome.
In questo caso è quasi impossibile che l’allievo possa superare il maestro, ma Randazzo volente o nolente si è sfamato al desco del compianto ex sindaco e qualcosa in cuor suo vorrebbe ancora poterla dire. Difficile vederlo come candidato a sindaco poichè all’ex consigliere è quasi trasversalmente riconosciuta la mancanza di mordente caratteriale necessaria per fare il grande salto. Seppure sottobanco circolano voci sulla sua assenza alle prossime elezioni, Randazzo continua a guardarsi intorno alla ricerca di una casa, non disdegnando di tastare il polso a chi intende dar vita ad una squadra alternativa a quella di Cosentino. Impensabile vederlo in una coalizione condivisa da esponenti forzanovisti, vale a dire in un minestrone da tuttidentro. Per l’ex delfino di Vitale sono giorni caldi in cui dovrà decidere se esserci ancora, cercando di salvare ciò che resta dei suoi maggiori sostenitori, vale a dire – in soldoni – ciò che rimane del gruppo fedele all’ex sindaco Giuseppe Vitale.